CITAZIONE
... ma sta storia di silvestro e altri dell'altro forum, che vogliono vengano usati i veri gp in pista nn la condivido.
ste persone vogliono che altri portino ste moto in pista, con tutte le spese che comportano e ricambi che nn si trovano, ...
Claudio, io parlo per me e non per altri, persone o forum che siano.
Già altre volte lo hai detto che non condividi la mia idea di portare in pista vecchie moto da corsa "vere". Ma io continuo a pensarla così, a meno che non siano moto veramente state guidate da ... o che abbiano vinto il Campionato del Mondo dell'anno ..., o infine che siano pezzi unici di qualche costruttore. Il resto sono solo "moto" fatte in serie o quasi, fatte in casa o quasi, che alla fine abbiamo svenduto perché erano ormai pezzi di ferro. Oggi diciamo invece che sono pezzi di storia. Se è vero ne basta una, magari in un museo, originale e perfetta a perpetuarne il ricordo, non una in ogni collezione, spesso a far la ruggine. Le altre si possono rimettere marcianti e farci anche le "gare" che la federazione gli ha inventato apposta.
Franco Bianchi, un fortunato che, spinto da un amico che lo ha persuaso a tenerlo invece di svenderlo (questa infatti era anche la sua idea al tempo), oggi lo ha tirato giù dalla mensola e ci corre nuovamente con grande gusto e divertimento, riparandolo ogni volta che gli si rompe qualcosa. Sarà che non è ingrassato e si può ancora sdraiare facilmente in carenatura al contrario di molti di noi, sarà perché ha ancora voglia di spendere soldi per la sua passione o perché la sua famiglia ancora gli va dietro, ma .... "onore al merito"!
Ogni volta che lo vedo e lo sento, provo gli stessi brividi di quando li i 50ini a Modena, al Mugello o a Spa (qui in TV); grazie Franco!
Lo stesso non posso dire per tutti quelli che, mi ripeto, li nascondono nelle loro stanze segrete (non i vostri amici evidentemente, che li accendono volentieri per gli appassionati). E qui critico tutti quelli che nascondono qualsiasi cosa che dovrebbe essere di godimento comune; comprese le opere d'arte, che in verità moltissimi collezionisti fanno gestire dai musei facendole anche viaggiare in giro per il mondo per mostre e scambi fra musei. Questa è la cultura del bello, del prezioso, del raro, "per la storia".
Poi ci sono i feticisti, e qui andiamo a cadere anche nell'illegalità delle opere rubate e quindi da non mostrare ... ma questo è un altro discorso.
Anche la critica a chi spende molti soldi su un Minarelli P6 la trovo inopportuna perché non vengono spesi in un sol colpo 10.000, 15.000 o 20.000 Euro, ma "a rate", probabilmente molti di meno, in un lungo periodo di tempo e mettendoci le mani sopra con un ulteriore aggiunta di godimento e soddisfazione (quando le cose vanno bene). E questo lo hai fatto anche tu con il tuo Fc2 a disco. Magari tu sei riuscito a spendere poco perché sei bravo (questo è un merito), vivi nella "terra del motore" (questo non è un merito, ma fortuna) e fai un lavoro particolare; ma non tutti sono nella tua condizione.
Io credo di appartenere a quelli che alla fine avranno speso molto per farsi un 50ino col P6, commercialmente di valore nullo, perché è un mezzo di fantasia ispirato a quello che c'era nella seconda metà degli anni '70, con l'aggravante del P6 che già era strasuperato; ma ci metto l'anima e me lo sto facendo con le mie mani, con le mie idee e con immensa soddisfazione (spero di pensarla allo stesso modo quando lo proverò per la prima volta), in parallelo a quello di un amico d'infanzia col quale ho anche diviso a metà anni '70 l'emozione delle gare (soprattutto in salita). Insieme passiamo mezze giornate da favola nell'officina che abbiamo (lui ha) messo su per l'occasione, momenti che hanno un valore enorme per l'effetto rilassante, anti-stress e la gratificazione impagabile che ci procurano facendoci sentire ancora "vivi" e appassionati come 35 anni fa.
Se avessi avuto i soldi e la possibilità di comprarmi un VanVeen già fatto, oggi non sarei qui a parlare con te e con tutti voi con questo trasporto e passione, ma starei a lucidare gli stivaletti "in tinta con la moto" in attesa della prossima gara per "sfoggiare", o, una volta stufo, di metterlo in una bella bacheca di vetro o ancora di rivenderlo facendoci la cresta con qualche sprovveduto nuovo collezionista di "storia motociclistica".
Con questo non pretendo di "convertirti" alle mie idee, ma perlomeno di comprenderle e tollerarle, come io allo stesso tempo cerco di tollerare (anche se mal volentieri) quelli che "nascondono" o quelli a cui si è "spenta la scintilla" della sana competizione. Non tutti possiamo pensarla alla stessa maniera, ma tutti abbiamo il diritto di dire la propria.
Un saluto,
Maurizio