Passione 50cc

Ceriani forcelle e ammortizzatori, le migliori perchè ha chiuso?

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erreemme72
CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 00:06




Amici volevo proporre una discussione relativa alla Ceriani, nota azienda costruttrice di forcelle e ammortizzatori per moto.
Tutti noi conosciamo i prodotti della Ceriani e/o Arces la cui diffusione negli anni 60-70 era altissima.
La domanda che sorge spontanea è: come ha potuto un'azienda leader (nel vero senso del termine) in un settore (moto sportive e da fuori strada e parecchie di serie) dove tutti i migliori marchi motociclistici le montavano, essere commisariata e poi fallire?
Ancora, faccio notare che nei primi anni 70 il fuoristrada era veramente in auge ed era il settore dove tutte le industrie motociclistiche si sono impegnate con più modelli, ebbene la stragrande maggioranza montava sia forcelle (sopratutto) che ammortizzatori Ceriani.
Sia le case italiane che le più blasonate straniere (KTM, Puch, ecc.) le montavano sia le mitiche T30 da 30mm per 50ini (e non) che la superlativa 32 mm del 1969 praticamente presente su tutte le moto di fascia alta nonostante abbastanza costosa.
In questi anni che (per hobby) revisiono le forcelle delle mie moto da fuoristrada ho notato che effettivamente la qualità la si nota anche nella componentistica, tantè che si riesce a restaurarle senza problemi.
Gli ammortizzatori (mitici a molla grigia e tre posizioni di precarico) sono una vera opera d'arte, molto complessi internamente e unico problema al giorno d'oggi sono gli anelli di tenuta particolari.
Quindi, come può un'azienda che ha quasi il monopolio (per via del successo e qualità) del proprio prodotto fallire? non sto elencare tutti i marchi che le montavano ma sono veramente tanti.
Sicuramente madmax potrà aiutarci in questa analisi
 
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CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 18:27

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diciamo che forse indiscutibilmente - come dici tu - la qualità c'era, ma non il prezzo e complessivamente mancava il rapporto qualità/prezzo ... specialmente in un mercato che negli anni ha risentito della crisi e quindi cercava di risparmiare su tutto ciò che era la componentistica necessaria per realizzare un ciclomotore.

poi diciamocela, la Ceriani e poi la Arces-Ceriani hanno chiuso, ma la loro tecnologia ha continuato in quanto assorbite (acquistate a prezzi fallimentari) dalla Paioli che ancora oggi ha un reparto - anzi due - dedicati a questio marchi ed al relativo materiale per le moto d'epoca.
 
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erreemme72
CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 18:53




Si è vero infatti Paioli (che è nata con i rubinetti) ha iniziato a comprarsi la concorrente diretta Orlandi, poi ha visto che per fare forcelle era importante il know-now (si scrive così?) ha preso la Forcelle Italia che in precedenza aveva acquisito quello che rimaneva di Ceriani-Arces.
Il tutto per contrastare la Marzocchi che da sola nel frattempo era diventata leader del mercato, leadership conquistata sul campo in quanto era l'unica a contrastare anche in passato in qualità e prestazioni Ceriani.
Sarà un caso ma la folgorante crescita della Marzocchi ha coinciso con la chiusura della Arces, il livello più commerciale della Forcelle Italia ha fatto il resto.
Per quanto riguarda le competizioni fuoristradistiche ricordo in quegli anni il primo marchio "importante" a credere in Marzocchi fu la SWM che essendo un progetto vincente per vari motivi a contribuito non poco al successo nel fuoristrada della Marzocchi.
Rimane per me un mistero il fatto che abbia chiuso, vero che costavano tanto ma è anche vero che era montata come primo equipaggiamento su molte moto.
 
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CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 20:22

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Non è che piu' che a ragionare su materiali e equipaggiamenti bisogna andare a cercare in qualche passaggio di mano della società finito male?
Prendiamo ad esempio un'altra marca italiana che ha fatto la storia ed è circa vent'anni che rischia il fallimento da un giorno all'altro:
Moto Guzzi; marchio mitico; fino a fine anni 80 ha venduto moto a cappe; poi cattive gestioni societarie hanno praticamente fermato lo sviluppo e reso moribondo un marchio che nulla aveva da invidiare ad altri.
E pure aveva retto l'impatto delle giapponesi, perchè negli anni 70/80, quando il mercato era già stato occupato in buona parte dalle Japan, la Guzzi continuava a vendere, anzi a stra-vendere le varie V35 V50 Le Mans ecc. ecc.
Non è che Ceriani è passata di mano a qualche imprenditore bislacco o che ha assorbito qualche società messa male, che sembrava un'affare e poi ha finito per trascinare nella m***a anche la parte sana societaria?
Non so, vado per tentativi...
 
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erreemme72
CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 21:13




Credo che il paragone con Guzzi non calza molto, quello che dici è vero ma per Guzzi è stato graduale quindi lentamente le cattive gestioni l'hanno distrutta.
Per quel che so io Ceriani invece ha iniziato a non presentare novità ed a subire la concorrenza che allora era quasi esclusivamente Marzocchi, poi in modo repentino è fallita quando ancora alcuni prodotti a listino erano i più ricercati, e ancora attuali quali le forcelle GP velocità, la 35 mm da fuoristrada che se pur inferiore alla 32mm precedente era ancora molto montata su moto di serie di alta fascia, KTM, Gilera, Hercules, DKW, per non citare altre piccole Italiane.
Il mistero si infittisce!!!
 
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CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 21:38

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ecco la storia dal sito della Paioli:

... omissis ...

1967
Nel 1967 viene inaugurato un moderno stabilimento a S. Agata Bolognese e si apre la possibilità di un eventuale ingresso nel settore sospensioni data dall’occasione di rilevare la “Bonazzi & Gambetta”, fornitrice di Moto Morini.
La Bonazzi & Gambetta produceva forcelle telescopiche già dal 1939 e nel 1972 Gino Gambetta era in grado di fabbricare diversi ed apprezzabili modelli di forcelle teleidrauliche per turismo, velocità, regolarità e cross.
Il know-how di questa azienda viene acquistato dalla Paioli S.p.A. che consegue ottimi risultati commerciali grazie al punto vendita situato nel vecchio stabilimento bolognese.
Di questa attività si occupano Maria Giovanna Gnudi, figlia di Laura Paioli, e suo marito Luciano Santovito.

... omissis ...

Anni '90
Negli anni 90 - 93 la Paioli Meccanica si trasferisce nel nuovo stabilimento di Minerbio.
Nel ‘97 viene rilevata la società “Nuova Forcelle Italia” e la Ceriani Arces. Si tratta di un’acquisizione dettata d fini tecnico commerciali. La Nuova Forcelle Italia era la agguerrita antagonista della notissima CerianiArces (Arturo Ceriani) che era fallita nel 1980.

... omissis ...

Le due Paioli

Il trasferimento a Minerbio della Paioli Meccanica ribadisce una netta divisione tra i due rami dell’antica Ditta:

la Paioli Meccanica S.p.a. si occupa esclusivamente della fabbricazione delle sospensioni anteriori,

la Paioli S.p.a. di quelle posteriori.
Le due aziende agiscono in assoluta autonomia mantenendo ottimi rapporti occupandosi di gestioni diverse con metodi che esprimono il meglio della tecnologia moderna.

... omissis ...

Oggi

Il passo decisivo per imporsi come leader a livello mondiale del suo settore, Paioli Meccanica lo muove realizzando una Joint Venture con la Yamaha e la sua fornitrice di sospensioni Kayaba. Si tratta di una convergenza di interessi che legano le tre aziende. La Paioli Meccanica, attraverso questa scelta, ottiene una garanzia di lavoro di grande prestigio. Le due case giapponesi si appoggiano al know how italiano della Paioli Meccanica per rafforzare la loro presenza in Europa.

Nel 2002 Paioli Meccanica realizza due nuovi stabilimenti ad Altedo Malalberogo. Due vere sedi gioiello che esprimono attraverso i loro impianti il massimo della tecnologia. Le due aziende si chiamano Galvanotecnica Srl e PM Srl.

La prima é vocata alle lavorazioni del tubo d’acciaio (taglio, tornitura, rettifica, lappatura, lucidatura, trattamento di cromatura con riporto di cromo e verniciatura).

La seconda si occupa delle lavorazioni connesse con l’asportazione truciolo per la realizzazione di parti meccaniche di precisione.
Per il controllo e la gestione di quello che possiamo chiamare Gruppo Paioli, nasce la finanziaria Fin-San.

Le due nuove aziende del Gruppo Paioli Meccanica, pur essendo nate per alimentare e controllare le parti meccaniche per la costruzione di sospensioni anteriori (che vengono progettate ed assemblate nello stabilimento Paioli Meccanica di Minerbio) godono di un’ampia autonomia gestionale e rivolgono i loro servizi anche ad un mercato più ampio di quello legato alla motocicletta.

Come si capisce, si tratta di scelte volte ad un controllo della produzione e alla creazione di sinergie che, migliorando la qualità del prodotto Paioli Meccanica, si aprono a mercati alternativi di grande rilievo.

Fin qui, la storia.

Nuovi traguardi e nuove sfide attendono la Paioli Meccanica con il nuovo millennio.
Si tratta di consolidare il modello di sviluppo intrapreso, allargando la propria attività a spazi di mercato nascenti. Qui, alla direzione del Gruppo Paioli di Minerbio, si coglie un ottimismo che contrasta con le preoccupazioni europee nate dalla constatazione dell’avvento di concorrenti nell’estremo oriente.
Presunzione?
Si direbbe, consapevolezza di possedere un potenziale creativo ed innovativo che ha radici in cent’anni di storia.
 
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CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 21:44

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Il rapido ed inatteso declino della Ceriani iniziò nella seconda metà degli anni settanta, quando la forte crisi delle case costruttrici europee mise in grave difficoltà lo stabilimento di Samarate, ormai dimensionato per grandi numeri di produzione. Risultarono favorite aziende più piccole ed improntate ad una produttività elastica come la Nuova Forcelle Italia, la Marzocchi e la Paioli che, nel frattempo, si erano conquistate il loro spazio nel settore d'eccellenza delle competizioni. La parallela produzione di freni a tamburo ad alte prestazioni era da tempo in declino, a causa del sempre più diffuso impiego degli impianti a disco.

La Ceriani non seppe ridimensionare il proprio apparato produttivo alle nuove esigenze del mercato e, nel 1980, chiuse i battenti.

Così è come la spiegano su wikipedia (alle volte attendibile altre no...)
 
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CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 22:14
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Mentre voi amici chiacchierate io mi ammiro le mie due Ceriani da competizione 35 mm. una da velocità e l'altra da cross :B): . Non c'è Marzocchi che tenga, una Ceriani è una CERIANI. Avete visto come è fusa la piastra inferiore? vuota all'interno e poi anche lo stile accattivante oltre alla tecnica costruttiva e meccanica interna, era superiore alle altre. Maneggiarle, smontarle ed anche solo pulirle è una libidine. :)
 
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erreemme72
CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 22:50




La storia della Paioli l'avevo letta tempo fa, in effetti mi ero dimenticato della Bonazza & Gambetta, ma anche perchè non la reputo minimamente paragonabile alle ceriani, avevano dalla loro un costo veramente competitivo ma sia sui Guazzoni (fino al 68) che sui Morini non hanno mai convinto, tantè che all'uscita della 32mm ceriani (settembre 69) quasi all'unanimita tutti la montarono.
Morini per motivi di contratto (erano tempi dove la moto ufficiale doveva assomigliare il più possibile a quelle di serie, si correva per quello) anche in gara usava ancora la Bonazza (modificata) che però a detta degli esperti era proprio un punto depole della moto.
Ritengo che Paioli a cominciato ad essere competitiva dopo l'acquisizione di Forcelle Italia e Arces, ora ha fatto una joint venture con Kayaba sia per i numeri che per essere all'altezza di WP, Marzocchi (ora Tenneco USA), Ohilins ecc. questa è la mia personale opinione, pur riconoscendo a Paioli l'aver fatto ottimi prodotti ma forse più rivolti alla serie.
Probabilmente la mia visione è distorta dal fuoristrada, dove basta guardare quale è la forcella più diffusa e su quali moto sono installate e relativi costi ovviamente.

Trovo la motivazione riportata da Spoloff (wikipendia) credibile anche se inspiegabile per i motivi riportati in precedenza, (sono abbastanza ignorante in problematiche aziendali e gestionali) ma non vorrei che sia come è successo con la Gilera che ha smesso di fare moto nonostante vi fossero alcune migliaia di ordinativi presso i concessionari.

Mah, comunque Ceriani ha fatto alcuni prodotti veramente notevoli, che ancora ora valorizzano la moto su cui sono montate.
Certo che vado sempre a tirare fuori certe discussioni, mi sa che mi caccerete!!
 
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CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 23:06
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Pietro le tue discussioni mantengono vivo ed ardente il forum e visti i diversi inretventi vuol dire che sono molto interessanti.

Tanto per par condicio oltre alle Ceriani ho anche due o tre Marzocchi. :)
 
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erreemme72
CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 23:18




Grazie Adriano,
Tornando alle tue valutazioni Ceriani, tu parlavi della piastra inferiore GP in magnesio e vuota internamente (inchino), forcella da GP appunto e molto costosa.
Ma posso assicurarti che anche alcune forcelle "di serie" quali la 32 e 35 el piccola 30mm sono fatte per essere revisionate tante volte, non un componente monouso, boccole di ottone sostituibili, tubi steli da sempre Mannesmann senza saldatura e trattati alla grande, cromature a spessore lappate come nessuna.
Difetti? c'erano anche quelli, costo elevato, peso sempre leggermente superiore alle Marzocchi, anelli tenuta spesso in pressione.
Pregi tanti il più apprezzato nel fuoristrada la scorrevolezza e la progressione di assorbimento.
Certo le forcelle che fanno ora sono uno spettacolo.
 
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CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 23:26
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Certo le conosco quelle Ceriani da 30 mm. me n'è rimasta una sola seminuova con solo 2 o 3000 km. acquistata nuova a suo tempo, che dovrò montare sul futuro cinquantino.
 
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erreemme72
CAT_IMG Posted on 27/1/2010, 23:41




Qualche cadavere l'ha fatto anche ceriani, sto alludendo alla 25 mm per i 50ini, forcella tutta in ferro con seconda piastra in ghisa ma che però aveva un'idraulica che funzionava abbastanza per l'epoca, e pur essendo in ferro era anche relativamente leggera.
Vista oggi fa schifo, se paragonata alle concorrenti del 1965 stessa fascia era un gioiellino.
 
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CAT_IMG Posted on 28/1/2010, 14:54

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CITAZIONE (erreemme72 @ 27/1/2010, 22:50)
Trovo la motivazione riportata da Spoloff (wikipendia) credibile anche se inspiegabile per i motivi riportati in precedenza, (sono abbastanza ignorante in problematiche aziendali e gestionali) ma non vorrei che sia come è successo con la Gilera che ha smesso di fare moto nonostante vi fossero alcune migliaia di ordinativi presso i concessionari.

Neanch'io sono molto esperto in robe aziendali, e anche a me pare strano che sia quella riportata su wikipedia l'unica causa della chiusura dell'azienda.
Comunque da quel poco che ho fatto a ragioneria, mi pare di ricordare che produrre molto piu' di quello che poi effettivamente sarà la richiesta del mercato è molto male per un'azienda perchè ti ritrovi il magazzino pieno, e quindi ti si ferma la catena produttiva, gli operai ti rimangono fermi e alla lunga diventa come se la roba che hai in magazzino diventa come fosse un debito; per di piu' se sei in un campo che si sviluppa in fretta e c'è tanta concorrenza rischi che i tuoi materiali diventino obsoleti e quindi non riuscirai piu' a piazzarli. Questo non è un ragionamento sul caso specifico, ma rimembranze di scuola...
 
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madmax52
CAT_IMG Posted on 29/1/2010, 00:13




Mi unisco al coro che apprezza le iniziative di Erremme

POTREI SBAGLIARMI ( e quindi è solo una ipotesi ) ma un figlio Ceriani aveva frequentato lo stesso mio liceo :
SE (sottolineo se ) quello era proprio lui ( qualcuno lo diceva allora ) bè .... allora non c'era alcuna speranza per l'azienda ...
non se ne è mai cavato nulla di buono da quel soggetto , ma proprio NULLA , anzi ....

siccome la mia è solo opinione personale e basata su ricordi e "sentito dire" di 40 anni fa (avevo 16-17 anni ) prendetela solo come una ipotesi
madmax
 
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36 replies since 27/1/2010, 00:06   1831 views
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