Io sono innamorato di tantissimi 50ini da fuoristrada degli anni '70 (fare l'elenco sarebbe lunghissimo per ricomprendere tutti quelli che, in me, suscitano ricordi ed emozioni) ma, visto che stiamo parlando di Mazzilli, cerco di spiegare perché avevano indiscutibilmente qualcosa di più di tutti gli altri.
Prendiamo ad esempio il prima serie, era solo il 1971, compariamolo con i suoi competitor dell'epoca: aveva tutta la dotazione che poteva avere il migliore 125, ad esempio l'ammortizzatore di sterzo, il motore Sachs e tutta la migliore componentistica dell'epoca. Ma sopratutto un telaio straordinario.
Ricordo che Giorgio Mazzilli era un ingegnere, aveva lavorato alla Lambretta, ed il suo pallino erano proprio i telai (ancora oggi mi cita le mirabile del famoso "letto di piume" realizzato dalla Norton negli anni '50).
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Certo erano moto destinate alle competizioni, ma non mancava un pizzico di civetteria, i serbatoi erano rifiniti con filetti di vernice eseguiti a mano libera
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Eccola in tutto il suo splendore
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Parliamo ora del terza serie. Giorgio Mazzilli era un piccolo costruttore, non poteva permettersi grandi spese, ma al salone del Ciclo e del Motociclo del 1974, per farsi notare e distinguere dai tanti altri costruttori/assemblatori, decise di stupire, realizzando il modello di cilindrata più piccola della sua gamma, curato maniacalmente in tutti i dettagli.
Questo fu un modello unico, gli altri 5 esemplari realizzati e destinati all'uso agonistico, non raggiunsero tale livello di finitura.
Vediamo i particolari:
- il serbatoio era "tagliato" nella parte anteriore bassa per slanciare la linea
- ai carter motore furono abrase le scritte "Sachs" e furono poi lucidati per armonizzare la linea della moto con la lucidatura dei foderi delle forcelle con la cromatura dei "bicchierini" degli ammortizzatori.
- I parafanghi erano dedicati, in particolare l'anteriore richiama il famoso "becco d'anatra" della Maico (Giorgio era molto amico di Basilio Portelli, importatore della casa tedesca, il quale gli fornì, qualche anno prima, il motore 125 di una delle sue prime realizzazioni).
- La marmitta era assolutamente particolare, molto aderente nella parte iniziale (per non interferire con la gamba del pilota) e la parte terminale nascosta all'interno dell'ammortizzatore. Un risultato estetico/funzionale eccellente.
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Osservate la linea del telaio nella triangolatura centrale bassa, e la fiancatina che la segue parallelamente (entrambi sono ovviamente realizzati totalmente a mano).
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Ovviamente per ognuno sarà diverso, ma per me quest'ultimo modello rimane in assoluto uno dei "cinquantini" più belli, mai realizzati nel periodo d'oro della regolarità.
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Ecco il perché le Moto Mazzilli, sono oggi tra le moto più ricercate.
Innovative, mai banali e con quel pizzico di genialità che il suo costruttore ha sempre voluto essere presente in ogni realizzazione.
Ciao a tutti.
Maurizio
Scusate il refuso, la presentazione della terza serie fu al Salone del Ciclo e Motociclo dell'anno 1973, come e possibile evincere dalle riviste dell'epoca (Motociclismo e Motocross).
Ciao.
Maurizio