santorh71 |
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| Ciao a tutti, ma ...
il vero boom produttivo di moto e parti accessorie in italia e' stato dai primi anni 90 dopo quello post bellico. Purtroppo vedi plasticoni ma , questi , piu' l' evoluzione dei ciclomotori piu' le piccole cilindrate hanno fatto in Italia ed Europa il vero boom produttivo. L' esempio e' Malaguti. La Moto in Europa ha avuto un' incremento produttivo minore e di piu' lungo sviluppo sempre pero' dai primi anni '90. BMW e KTM sono gli unici produttori di moto in Europa ad oggi e Triumph e Ducati gia' non si possono dire tali per quantita' prodotte, politiche non chiare nella produzione. Ceriani avrebbe dovuto capire l' espansione del mercato prima degli anni 90 e strutturare l' azienda ed i prodotti per avere costi minori aumentando la produzione. Avrebbe dovuto avere piu' flessibilita' sulla progettazione e produzione di nuovi modelli. Si sarebbe dovuto espandere aumentando pero' anche i rischi . Esempio : Paioli ha le piu' belle forcelle 125 GP e SBK ma ne fa' 10 all' anno e vive su scooteroni, 125 e 400 cc moto. Ohlins ha un grande nome ma i prodotti che vende nel primo equipaggiamento e come after market base sono molto semplici, non costosi come pezzi, buoni ma non paragonabili ai veri prodotti da corsa. Ci vogliono insomma compromessi e quindi sostengo che : troppa qualita' e nicchia, grande nome e passato non bastano a tenere un' azienda aperta, queste devono guadagnare, e' cosi'. Ceriani ha pensato di espandere la produzione non industrializzando e tenendo una forte artigianalita' e quando soprattutto Marzocchi e paioli hanno incominciato a farsi competizione tra loro sulle quantita', con relativi cali di costi, Ceriani e' andato in crisi ed ha chiuso. Purtroppo un produttore che fa' anche solo 1000 moto di un modello guarda a differenze di anche meno di 1 Euro su una sospensione. Questo poi in anni rende i prodotti poveri in quasi tutto il loro contenuto.
Ciao
Pier
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